Terza parte del nostro viaggio in Australia
Sydney non ci ha deluso: è una vera metropoli internazionale.
La nostra casa era nel quartiere di Durlinghurst, che si è rivelato tranquillo e comodo per gli spostamenti.
Dopo aver lasciato i bagagli in casa e fatto i biglietti della metro, siamo andati verso la fermata di Martin Place e, passeggiando, siamo arrivati ai Royal Botanic Gardens. Da qui abbiamo raggiunto una delle icone della città, la Sydney Opera House, dietro la quale si trova un altro simbolo: l’Harbour Bridge. Ci siamo goduti il calare del sole passeggiando e gustando la visuale della baia, sulla quale man mano si accendevano le luci della sera.
Il giorno successivo abbiamo preso la metro e siamo scesi al Circular Quay. L’obiettivo della mattinata era l’Harbour Bridge, che abbiamo percorso fino a metà, per avere una visione della città “dalla sponda opposta” rispetto alla sera precedente. 1247 foto dopo, abbiamo lasciato il ponte e siamo andati a zonzo un po’ a caso e siamo arrivati al Sydney Observatory. Si tratta di un edificio storico, ben conservato, immerso in un bel parco, da cui si gode una splendida vista della città. La mostra all’interno è davvero interessante: ci sono strumenti di osservazione delle stelle e modelli che mostrano il funzionamento del sistema solare. Samuele ha gradito molto...ed anche noi!
Dall’Osservatorio ci siamo spostati, passeggiando senza una meta precisa, verso la zona di Darling Harbour. Qui si trovano strutture portuali ristrutturate di recente e trasformate in appartamenti ed uffici e, ancora una volta, si può ammirare la baia di Sydney, con il suo andirivieni di barche e ferry. Per chi, come noi, ama vivere una città, anziché limitarsi a visitare i posti di interesse turistico, è davvero un luogo rilassante.
Dopo un buon pranzo con vista mareal ristorante Ventuno, dove abbiamo fatto quattro chiacchiere con un ragazzo italiano che lavora a Sydney, che lavorava lì come cameriere, abbiamo continuato a passeggiare in riva al mare.
Verso sera, prima di rientrare, abbiamo deciso di portare Samuele in un coctkail bar, da cui ci hanno gentilmente cacciato via! Mi spiego: in cerca di un posto dove bere una birra prima di cena, abbiamo individuato questo locale con terrazza panoramica, che era davvero figo e ci siamo fiondati dentro...peccato che era, appunto, un bar dove si servono prevalentemente alcolici e, in Australia, in questo tipo di posti è vietato entrare con i bambini. Di conseguenza, due attenti camerieri all’ingresso, dopo essersi ripresi dallo stupore di vederci entrare con disinvoltura accompagnati da un bambino, ci hanno gentilmente accompagnati fuori.
Il giorno seguente, visto anche che il meteo era poco collaborativo, abbiamo pensato bene di prendercela con calma e di fare colazione fuori! Il giorno prima avevamo visto un cafè, il WILD & CO CAFE’, che ci aveva incuriosito, quindi usciti di casa abbiamo gironzolato nel quartiere fino a raggiungerlo. Dopo un’ottima, abbondante e, per noi, fuori dal comune colazione, ci siamo diretti verso la zona commerciale della città, dove abbiamo visto la Sydney Town Hall, la Sydney Tower Eye, il Queen Victoria Building e la Strand Arcade.
Il nostro viaggio volgeva al termine e per il nostro ultimo giorno, abbiamo puntato a Watson Bay, una zona della città situata proprio al limite della baia, dove questa si collega con l’Oceano. Siamo partiti dai moli del Circular Quay con un ferry (il cui costo del biglietto equivale a quello di un autobus cittadino) e ci siamo goduti la traversata. Questi fuori programma con mezzi alternativi piacciono molto anche a Samuele...eravamo tutti molto impegnati a spostarci da un punto all’altro del ferry, per cercare visuali migliori per goderci il viaggio e fare foto.
Appena scesi dal ferry ci siamo diretti verso la costa, a Gap Bluff, dove un punto panoramico offre una vista splendida sull’Oceano e sulle onde che si infrangono sulla scogliera. Abbiamo proseguito la nostra passeggiata nel Sydney Harbour National Park, raggiungendo varie spiagge e gustandoci la vista del centro città che si vedeva in lontananza. Siamo arrivati verso l’Hornby Lighthouse, che si trova proprio nel punto in cui la baia si apre sull’Oceano. Il posto era magico ed il faro molto bello: anche in questo caso, la nostra passione per i fari ci ha premiato, portandoci a visitarne uno molto molto particolare.
Come dicevamo, questo era il nostro ultimo giorno australiano. L’indomani, abbiamo fatto i bagagli e ci siamo diretti in aeroporto, dove un volo ci avrebbe riportato in Italia, via Singapore e Monaco di Baviera.
Non potevamo essere più soddisfatti di così: abbiamo visitato dei posti che fino a quel momento avevamo solo sognato e Samuele, ancora una volta, è stato un degno compagno di viaggio, con cui ci siamo divertiti un sacco!